TECNICHE
Tempera
Tachisme
Tecnica pittorica che impiega macchie (tâches) di colore in funzione espressiva.
La macchia può assumere forma d´ideogramma o suggerire, con l´iterazione e la
diffusione sulla tela, l´effetto dell´oggetto di cui l´artista si fa interprete.
È tipico, in ambito informale, di C. Bryen. È indotto, in certo senso, dalla
pittura nucleare.
Riporto Fotografico
Trasferimento di un´immagine fotografica su tela o altro supporto, seguito e
integrato da interventi grafici e pittorici. In uso dalla fine degli anni ´30,
trova nuovi sviluppi in specie nell´ambito del Mec Art negli anni ´70.
Mezzo di estrema semplicità di mezzi, duttilità e varietà di effetti, il disegno
ad inchiostro denuncia immediatamente il temperamento dell’artefice. Si diffuse
nel medioevo su supporti di pergamena e dal Rinascimento su supporti cartacei in
associazione con tecniche diverse, aquerello, pastello, lumeggiature bianche.
Novità nell’invenzione segnica furono introdotte alle soglie del Novecento da
Beardsley e da Gibson. Tra i grandi disegnatori a penna della prima metà del
secolo Picasso, Matisse e Pascin.
Penna e Inchiostri
Oltre alle tradizionali penne d’oca e di canna di bambù, vari sono i modelli di
penne disponibili, suddivisibili nelle due categorie: da intingere e a
serbatoio. Quelle a cannuccia portano gran varietà di pennini metallici che
offrono segni di spessori diversi. Le stilografiche caricano l’inchiostro dal
pennino. In quelle a serbatoio si può caricare una vasta gamma di colori
speciali. Le punte intercambiabili delle penne a china tracciano linee di vario
spessore. Gli inchiostri di china diluiti si possono stendere anche a pennello
come aquerelli. Pennelli cinesi e inchiostro in tavolette consentono stesure
sottilissime. Gli inchiostri da disegno resistenti all’acqua formano con
l’essicazione una pellicola lucida sulla quale sono possibili nuovi interventi.
Gli inchiostri permeabili, disponibili in vari colori, diffondono a macchia
divenendo opachi. Gli inchiostri seppia sbiadiscono nel tempo. E’ preferibile
disegnare su carte pesanti e tendere quelle sottili se si interviene con alte
diluizioni e pennelli. Passaggi successivi di colore o tratteggi creano il
chiaroscuro. Textures si ottengono con spugne e stoffe; soffiatura di macchie e
gocciolatura si affiancano ai punti e linee costruttivi del disegno.
L’intervento con aquerello o la cancellazione di un sottostante disegno a matita
sono possibili soltanto dopo completa essicazione del foglio. Macchie
indesiderate si tamponano con carta assorbente e segni perfettamente essiccati
si levano con una lama.
Pastelli
Gessi bianchi, neri e colorati, furono in uso dal Cinquecento. I pastelli
odierni, costituiti da pasta di pigmento legato con gomma o resina e usabili
senza medium, danno una pittura coprente di aspetto vellutato e brillante. In
uso da due secoli, sono stati apprezzati con alti esiti da Degas, Renoir,
Cézanne, Gauguin, Redon e Mary Cassatt. Non possono essere mescolati sulla
tavolozza. Oggi sono prodotti industrialmente in colori separati, in centinaia
di tinte ma la serie base di 12 è sufficiente. Possono recare indicazione
decimale della quantità di bianco aggiunta al colore base. Possono essere
morbidi (i più brillanti), medi, duri. Nei pastelli a olio il pigmento è
mescolato con olio e cera. Il pastello può essere sovrapposto o servire da base
ad altre tecniche. Si possono preparare artigianalmente con pigmenti legati da
polvere di gomma adragante o gelatina in fogli e acqua distillata. La soluzione
deve riposare 12 ore in luogo tiepido. Si possono mescolare in un fazzoletto di
carta pigmento in polvere e bianco di zinco in eguali proporzioni e si lascerà
parte della polvere ottenuta da mescolare di nuovo col bianco per ottenere una
gradazione più chiara. Su lastra di vetro si miscela la polvere con acqua
distillata con aggiunta di gomma o gelatina e si forma la pasta a bastoncino
lasciando essiccare per 24 ore. Si lavora su carta chiara o scura secondo le
necessità, preferibilmente ruvida, su carta vetrata finissima, su bambagina, su
tela preparata e incollata su supporto rigido, su cartone. Si può disegnare su
carte colorate in commercio o colorare la carta con straccio umido intinto in
polvere di pastello macinato, asportando i residui a foglio asciutto. Si blocca
l’attacco delle muffe impermeabilizzando la carta con soluzione di formalina al
10% o con preparati fungicidi. All’attrezzatura degli aquarellisti si aggiungono
lastra di vetro, sfumini a bastoncino in carta pressata, carboncino, carta
vetrata per appuntire i pastelli, gomma pane. Si lavora conferendo diversa
pressione al pastello appoggiato sulla carta secondo varie angolazioni, anche a
punta spezzata. L’eccesso di pressione del pastello e della gomma rendono liscio
il supporto. Si possono miscelare col dito polveri di pigmenti. Soffiando sul
foglio tenuto inclinato, si libera dai residui. I colori si mescolano per
sovrapposizione, a tratteggio, a tratteggio incrociato, a puntinatura secondo
Seurat, a sfumatura. Un impasto si realizza fissando ogni strato dei colori
sovrapposti, eccetto l’ultimo, tecnica usata da Degas.
Col tempo il pastello si fissa meglio nella grana della carta. Può essere
fissato con fissativo ad evaporazione rapida ma il procedimento toglie
freschezza al colore e può causare macchie. Può essere fissato dal retro
incollandovi un foglio. E preferibile incollare il lavoro su montatura e
proteggerlo con un vetro non a contatto. Tra i pastelli importanza particolare
detiene la sanguigna, in uso elettivamente, insieme con il carboncino, nel
disegno anatomico, ancora lungo la prima metà del Novecento.
Olio
Dai primi dell’Ottocento, la disponibilità di colori preparati industrialmente
accantonò quasi del tutto l’arte di preparare artigianalmente i colori, fino ad
allora praticata dagli artisti. Gamme più ricche e maggior versatilità del
colore consentirono nuove tecniche favorendo altri livelli di abilità. William
Turner, diretto precursore dell’Impressionismo e gli Impressionisti francesi
promossero la tecnica di frammentazione del colore: colori opachi apposti con
pennellate e tocchi contigui si fondevano nella percezione osservando a giusta
distanza. La loro tavolozza, priva di nero, era di poche terre. Tecnica
impressionista e personali innovazioni applicate da Van Gogh furono apprezzate
agli esordi del XX secolo conferendo ulteriore libertà alla tecnica che registrò
differenti e inediti approcci: coesistono la tecnica classica, discendente
direttamente da Van Eyck, impiegata ad esempio da Salvator Dalì, e il dripping,
gocciolamento dei colori su supporto disposto orizzontalmente, introdotto
dall’espressionismo astratto e tipico di Jackson Pollock.
La tecnica ad olio rimane legata in ogni caso ad un corretto impiego dei
materiali che sono i pigmenti mescolati con leganti come olio di lino in varia
proporzione. La compiuta ossidazione dell’olio rende solida e secca la pellicola
di colore. Ai pigmenti già miscelati nell’olio è aggiunto un diluente come la
trementina che conferisce giusta consistenza al colore. Supporti per la pittura
ad olio sono tele, preferibilmente di lino, da preparare (in commercio anche
tele di lino o cotone già mesticate), tese su telai; tavole lignee, di
compensato multistrato, truciolare ma meglio se di mogano; cartoni e carte
possibilmente trattate con colle o gelatine; piccole lastre di rame; lastre di
vetro dipinte al verso.
Colori, pennelli di varie forme, misure e morbidezza, di setole bianche di
maiale o di martora o di peli di tasso; spatole d’acciaio liscio e flessibile;
tavolozza, ciotole per l’olio e la trementina, canna appoggiamano e cavalletto
costituiscono l’attrezzatura classica per la pittura ad olio.
Tra le tecniche introdotte a fine Ottocento, quella del bagnato su bagnato,
impiegata da Manet facendo mescolare i colori prima dell’ essicazione, tipica
del lavoro che vuol riferirsi alla prima impressione suscitata nell’artista, in
opposizione ai tempi lunghi e meditati della tradizionale pittura da cavalletto
eseguita soltanto in studio. Agli anni Quaranta del Novecento risale il frottage
di Max Ernst, ottenuto appoggiando e quindi sollevando un foglio su una stesura
di colore fresco la cui superficie risulta quindi leggermente rilevata.
L’impasto, consistente in colore denso, apposto a pennello o a spatola con
effetto tridimensionale, già utilizzato come base per successive velature, è
stato utilizzato dagli interpreti dell’Informale negli anni Cinquanta per creare
un effetto di texture ricca e materica, nello spessore della quale sono inferti
segni profondi con le dita o col legno del pennello. La verniciatura a base di
cera di un dipinto ad olio conferisce opacità alla superficie; una resina o una
vernice a base alcolica dà una superficie lucida.
Merzbau
Denominazione dell´opere creata da Kurt Schwitters nel 1923-24 con un collage di
oggetti diversi di materiali vari, decaduti dall´uso, assemblati in forma
totemica e disposti secondo un ordine che richiama quello geometrico. L´artista
vi testimonia, attraverso il vissuto espresso da ogni oggetto, una sorta di
riflessione esistenziale.
Matita
La matita a grafite, che sostituì lungo gli ultimi tre secoli gli antichi
strumenti per disegnare (pennello, carbone e punta d’argento), fu messa a punto
a fine Settecento da Conté, con un impasto di grafite e argilla introdotto in
bastoncino di legno. Percentuale dei componenti e grado di cottura ne variano la
durezza. Grande tra i grandi disegnatori dell’Ottocento fu Ingres, con Delacroix,
Daumier, Renoir, Degas, Cézanne. Per le matite di grafite, la scala dalla
massima morbidezza alla massima durezza procede da 1 a 4 o da 8B a 7B… B, F, H,
2H… 8H. I costituenti delle mine delle matite colorate sono una sostanza inerte,
un legante, un colorante e un lubrificante. Possono essere aquarellabili.
Carte di diversi tipi e grana producono effetti differenti. Segni non
cancellabili dalla gomma si eliminano con una lama.
Migliore della gomma di caucciù o di plastica è la gomma pane. Una parte di
gommalacca bianca mescolata a tre parti di alcol realizza una vernice
protettiva. Fissativi sono reperibili in bombole spray. La tecnica
rinascimentale del chiaroscuro realizzato con giustapposizione di linee
parallele scure o pesanti e chiare e leggere, è giunta fino ad oggi.
Textures particolari si ottengono disegnando su carta ruvida. Il frottage si
ottiene disegnando su un foglio appoggiato su superfici rugose. Nel Novecento il
disegno a tratto continuo fu appannaggio di Picasso, di Modigliani e di Rodin.
Gouache
L’aggiunta all’aquerello del bianco di zinco o di china rende il colore
particolarmente opaco e coprente. Il procedimento antico è stato rilevato nel
tardo Trecento dai miniatori al fine di far brillare la decorazione in oro
sull’illustrazione. La luminosità dei colori deriva dal potere riflettente di
ognuno. La gouache essicca abbastanza rapidamente. Può essere impiegata
combinata con l’aquerello nei fondi. E’ stata usata lungo i secoli senza
generare una scuola d’applicazione specifica e nel Novecento vede l’interesse di
Picasso, Moore, Sutherland, Ben Shahn. Ampia la serie dei supporti: carta
cartone, legno, tela apprettata. E’ sufficiente una tavolozza di otto colori:
nero d’avorio, blu cobalto, terra d’ombra naturale, terra di Siena bruciata,
rosso cadmio, verde smeraldo, giallo Napoli o ocra gialla, bianco di zinco. Si
usano colori preparati industrialmente in tubetto o si fabbricano macinando i
pigmenti con bianco di Spagna e diluendo con gomma arabica e acqua distillata.
La tecnica consente di passare da colore scuro a colore chiaro, aggiungendo
bianco di zinco invece di diluire con acqua. La sovrapposizione avverrà solo a
colore asciutto. Il nero scurisce ma fa virare alcuni colori. Opaca e
antiriflesso la gouache è tecnica elettiva per riproduzioni a stampa. Si può
usare con aerografo.
Encausto
Azione di sgocciolatura o spruzzatura del colore dal pennello o dalla spatola su
un supporto in piano orizzontale o fortemente inclinato. È procedimento tipico
dell´ action painting, iniziato da Jackson Pollock nell´ultimo terzo degli anni
´40.
Decollage
Operazione di strappo controllato di manifesti pubblicitari attuata da Raymond
Hains e Mimmo Rotella dagli anni ´60, con o senza successivo intervento grafico
o pittorico. Si contrappone idealmente all´esigenza di ricomposizione
dell´oggetto espressa dal collage cubista. Si configura in un´azione di
appropriazione e distruzione dell´oggetto. Denuncia nessi con la documentazione
dell´effimero legato all´ambiente urbano.
Combine Painting
La tecnica, impiegata da Robert Rauschenberg dagli anni ´50, verifica nel
contesto dell´opera, accanto a zone di pittura, l´inserimento di oggetti del
mondo quotidiano (tra cui animali impagliati) della necessità dei quali è presa
piena coscienza, diversamente che nella poetica new dada.
Colori acrilici
L’esigenza di rapida asciugatura dei colori e della loro stabilità in ogni
condizione atmosferica, proprietà che non è dei colori ad olio, fu sentita
attorno agli anni Venti da un gruppo di artisti messicani, Orozco, Rivera,
Siqueiros, impegnati nella pittura murale in esterni. Iniziò la sperimentazione
dei colori acrilici, condotta da Siqueiros e codificata nell’ Esperimento
messicano nell’arte, documento prodotto dall’artista delegato al Congresso degli
artisti americani a New York. Nel 1936 un laboratorio sperimentale lavorava a
tale scopo.
I colori acrilici sono pigmenti con resine sintetiche come leganti. Assomigliano
all’aquerello e alla tempera. Sono diluibili con acqua e con medium acrilici.
Essiccano rapidamente rimanendo stabili in strati inscindibili. Sono lisci,
opachi, non riflettono la luce; possono esser resi trasparenti da forti
diluizioni. Dagli anni Cinquanta negli Stati Uniti sono impiegati largamente da
Pollock, Rothko, Noland, Motherwell. Sono disponibili in Europa dagli anni
Sessanta.
Una tavolozza di una dozzina di colori di base consente una larga gamma di tinte
e toni. Sono preferibili tavolozze di plastica. L’essiccazione dei pennelli e
dei colori in tubetto aperto è rapidissima. Gli acrilici sono utilizzabili su
ogni tipo di supporto senza particolari accorgimenti ma nel lavoro su metallo o
su muro in esterni è necessario trattare la superficie ricevente con carta
vetrata. Gli acrilici possono essere impiegati con l’aerografo e in forti
diluizioni con pistole a spruzzo. Screziature e marezzature si ottengono previa
spruzzatura di lattice o di acqua sulla superficie da colorare.
Collage
Composizione e tecnica relativa che prevede l´accostamento e l´incollaggio di
frammenti o ritagli cartacei, di tessuto, di legno, su un supporto. Introdotto
dal cubismo, si rinnova secondo diverse espressioni nell´opera di Schwitters che
coniuga dadaismo e costruttivismo, nel dadaismo con Arp e nel surrealismo con
Ernst, giungendo fino ad oggi. Una particolare tipologia di collage è il
fotomontaggio, introdotto da Moholy-Nagy alla fine degli anni ´30, insieme
all´uso di materiali tecnologici. In Italia, negli anni ´60, si introduce il
collage di frammenti di immagini fotografiche in funzione narrativa, supportate
o meno da interventi grafici e cromatici (Romagnoni).
Cloisonnisme
Termine mutuato dall´arte degli smalti e delle vetrate medievali da Paul
Gauguin, a definire le campiture di colore delimitate da bordi, proprie della
pittura espressionista, in funzione della valenza di ciascun colore in rapporto
con i contigui.
Carboncino
Costituito da legno carbonizzato, il più antico mezzo per disegnare è oggi
prodotto in forni con rami di vite e salice.
Fu da sempre utilizzato come mezzo d’espressione autonomo o intermedio per
disegnare su tela, su tavola, su carta o su muro. Divenne per Daumier strumento
d’elezione per caustici disegni dedicati alla vita quotidiana nella Parigi della
seconda metà dell’Ottocento, usato per disegnare direttamente o per campiture
sopra il disegno, ammorbidite con pennellate d’acqua, o con sovrapposizione di
tratti o con velatura ad inchiostro di china. Fu impiegato da Millet e associato
ad altri mezzi da Degas, Renoir, Toulouse-Lautrec; da Cézanne per schizzi
preliminari.
Si distinguono vari tipi: carbonella o fusaggine (fusain) in bastoncini fragili
che si appuntiscono con carta vetrata o lama e sono quasi cancellabili. Il
carboncino pressato, più duro, contiene un legante. Il carboncino pressato
esiste in matite a punta fine di varie durezze, impiegabili come matite a
grafite. Il carboncino in polvere si usa con lo sfumino. Si usa su carte di
certa grana e resistenza, ma anche lisce e colorate. La gomma pane consente di
lumeggiare il disegno; in matite serve da correttore. E’ preferibile fissare il
disegno a carboncino con gomma arabica, resine e alcol o fissativi spray.
Body Art
Azione individuale che pone il corpo al centro di un copione teatrale
interpretato con gesti rituali e atti tesi alla liberazione del comportamento,
contrapposto all´ opera. È supportato da eventi musicali, di danza e fotografici
negli USA; presenta componenti rituali sadomasochistiche nel Wiener Aktionismus,
modificate in Pisani e De Dominicis, di travestimento in Luthi, di narrazione in
L.Patella. Progressivamente più ampio e complesso l´uso dei media in
collegamento con l´evento.
Aerografo
Brevettato a fine Ottocento, l’aerografo è divenuto strumento di alta tecnica ed
efficacia. Il colore fuoriesce sotto forte spinta dall’ugello sul puntale
dell’apparecchio, posandosi sulla superficie da dipingere dopo essersi miscelato
all’aria compressa. Secondo la pressione utilizzata, il colore risulterà più o
meno parcellizzato, da un effetto di pioggia a una vera nebulizzazione su linea
sottile alla pressione di 3 bar. Lo strumento può essere a pulsante singolo o a
doppio pulsante con regolazione indipendentemente del flusso del colore da
quello dell’aria, consentendo vari gradi di precisione. E’ collegabile ad un
apparecchio compressore. Il colore deve avere la corretta fluidità. Risultano
utili vari sistemi di mascheratura. E’ indispensabile la perfetta pulizia
dell’apparecchiatura.
Pigmenti finemente macinati, stemperati con gomma arabica, diluiti in acqua,
consentono una pittura di grandi trasparenze e luminosità. Tecnica antichissima,
fu riportata in auge dai miniatori medievali, ripresa nel Quattrocento da Dürer
e in area inglese nel Cinquecento da John White e a fine Settecento da Sandby,
Blake, Girtin, Turner, Crome, Cox, de Wint, e successivamente in epoca
vittoriana. La tecnica, considerata difficile e raffinata, permette di ottenere
caratteristici effetti atmosferici e di redigere rapidi e felici appunti di
lavoro. Soltanto cinque i colori di base impiegati dagli aquarellisti inglesi:
ocra gialla, terra di Siena bruciata, rosso chiaro, blu Monastral, nero
d’avorio. Valenti anche la scuola americana del secondo Ottocento e, nel
Novecento, quella inglese con Burra, Nash, Jones, tedesca con Klee negli anni
della Bauhaus e americana con Ben Shahn. L’uso dell’aquerello per gli originali
delle illustrazioni ne consentì anche la riproduzione a stampa col procedimento
della mezzatinta. Il colore steso a velo, lasciato asciugare prima
dell’apposizione del successivo, lascia scoperto in parte il bianco della carta
per aumentare la luminosità dell’assieme. Le carte adatte sono di vario peso e
grana. Quelle specifiche si distinguono in pressate a freddo, pressate a caldo,
non pressate o ruvide. Ottime le carte a mano, ottenute da stracci di lino
sbiancati non chimicamente o con sostanze neutre e apprettate con colla, e le
carte di riso giapponesi. Le carte leggere devono essere tese previo bagno in
acqua e sgocciolatura; le pesanti possono essere fissate a supporto rigido e
impiegate senza trattamenti. Della vasta gamma di colori oggi disponibili i
professionisti non ne impiegano più di una dozzina. I pennelli d’elezione sono
quelli di martora. E’ preferibile usare acqua distillata.
Acquerello
La tecnica richiede di lavorare a colore scuro su chiaro, per stesure sottili e
uniformi di toni uguali o sfumati in gradazione, o di colori diversi
sovrapponendo al più tre strati, previa asciugatura di ognuno, onde evitare
esiti di colore sporco. La zona da dipingere va inumidita con acqua prima di
applicare le pennellate, in senso orizzontale, facendole fondere una nell’altra.
Contorni e profili si bloccano inumidendoli. Il colore può essere applicato a
puntini che la percezione ottica fonde. A pennello asciutto si dipingono
dettagli e nell’uso a ventaglio si ottengono effetti di rigatura. Asciugandosi,
il colore tende a schiarire. La spugna consente di rischiarare colori troppo
scuri che è anche possibile raschiare parzialmente a lavoro asciutto,
soprattutto se al colore è stata aggiunta gomma arabica o sapone. La gomma per
cancellare schiarisce ulteriormente i colori asciutti. Impiegati insieme,
inchiostri e tecnica dell’aquerello producono esiti interessanti.